In principio c’è l’Uno
Il recente articolo apparso sul Blog a firma di Marco Invernizzi riguardo a Tolkien, ha messo in rilievo la simbologia musicale evidente nel racconto della Creazione e, in particolare, il significato della dissonanza. Vorrei portare un piccolo contributo alla riflessione su questo argomento dando qualche spunto “armonico” relativo alle crisi evolutive.
Se noi osserviamo la serie armonica con uno sguardo non superficiale e applichiamo l’Akròasis, l’Ascolto del mondo, notiamo alcune cose molto interessanti, in grado di cambiare per sempre la nostra concezione del mondo.
Anzitutto, in principio c’è l’1. Indiscutibilmente ogni altro armonico sorge perché alla base c’è una nota fondamentale che chiamiamo 1. L’1 è la sorgente da cui sgorga ogni altro suono ed il rapporto degli armonici con l’1 è precisamente fissato per l’Eternità.
Se osserviamo i primi sei armonici troviamo (ponendo il DO come 1):
1)DO 2)DO’ 3)SOL’ 4)DO” 5)MI” 6)SOL”
Le lineette aggiunte alle note indicano l’ottava di appartenenza; all’aumento della frequenza corrisponde un suono più acuto.
Questo sgorgare di armonici dalla nota di base è invariabile e fisso. Prendendo una corda tesa e dividendola per 2 otterrò sempre l’ottava superiore che avrà una frequenza doppia della fondamentale, dividendola per 3 otterrò sempre una quinta al di sopra del 2, e tale nota avrà frequenza tripla, e così di seguito.
Se mi dilungo su queste premesse è per far notare come i rapporti che si riscontrano tra la Fondamentale e i suoi Armonici sono immutabili e non è possibile alla ragione umana cambiarli in alcun modo. Nessun apparecchio riuscirà ad ottenere una nota diversa dal DO’ come 2° armonico. Ciò è di importanza straordinaria per una Coscienza che aspira al Risveglio, perché apre la Coscienza stessa ad un mondo di Archetipi che irradiano la loro azione su molteplici campi. Il 3, per esempio, è un numero, ma anche una nota, ed è anche l’intervallo che si crea con la Fondamentale, è una Frequenza, quindi una Vibrazione, è una sensazione animica, e sarà sempre il 3.
Date queste premesse, torniamo ai primi sei armonici. Notiamo che la loro serie è costituita da sole 3 note, alcune delle quali si ripetono su ottave diverse:
DO – MI – SOL
Queste note creano tra loro alcuni intervalli che l’uomo sente, in Oriente come in Occidente, come consonanti e confortevoli.
L’Ottava
Anzitutto la
OTTAVA 1)DO – 2)DO’
Qui troviamo il ripetersi della nota di base su un piano più alto, l’1 che diventa 2 senza modificare la sua essenza, uguale a se stesso, ma diverso nella manifestazione, Dualità ancora in embrione, quasi una primitiva incapacità a lasciare il grembo dell’Uno.
La Quinta
Poi la
QUINTA 2)DO’ – 3)SOL’
la prima nota diversa dall’1 che si fa 2, somma dei precedenti che si propone come nuovo fondamento.
In musica il SOL (che è il V grado della scala) è chiamato DOMINANTE. Ha un ruolo fondamentale in tutte le scale, è una sorta di seconda TONICA (la prima è ovviamente il DO) che fa da centro di gravitazione differenziato all’interno della scala. In tutte le tradizioni musicali il rapporto di QUINTA DO-SOL è considerato consonante, qualunque persona sente tale rapporto come gradevole e sicuro. La manifestazione comincia a strutturarsi non come replica di elementi identici, ma come possibilità di generare forme nuove, anche se elementari.
La Quarta
Il 4° armonico replica il DO: 4) DO”. Ritroviamo l’1, come a ricordarci della Sua presenza Immanente nella Creazione. La
QUARTA 3)SOL’ – 4)DO”
è un altro intervallo basilare e consonante, sicuro, stabile, che è l’inverso della QUINTA (DO-SOL = QUINTA, SOL-DO = QUARTA). Senza dilungarmi eccessivamente, notiamo come il percorso dei primi sei armonici porti ad una successione di suoni che, anche se non sono ripetizioni della fondamentale, danno un senso di sicurezza, di benessere e di stabilità.
L’apparire del 5° armonico MI” completa la triade DO-MI-SOL che è chiamata “Accordo Perfetto Maggiore“. Qualunque persona sente questa triade come stabile e confortevole, queste tre note sono tra loro in rapporti molto particolari che creano rapporti anche a livello animico. La sensazione profonda è di “risuonare” come esseri sereni, stabili, dove, tra l’altro, il MI infonde una sfumatura di brillante, luminosa gioia che riempie lo stabile, ma vuoto, spazio tra DO e SOL.
L’inatteso: il 7)SIb
Tale è lo sgorgare spontaneo e immutabile dei primi sei armonici. Ma cosa succede dopo? La serie armonica è potenzialmente infinita, possiamo davvero pensare che l’evoluzione si fermi ad una continua ripetizione di questi primi sei armonici, quando ci sono infiniti altri suoni che ci aspettano? La Luce dell’ Armonia del senario armonico è brillante, ma può incatenare l’anima, se ci lasciamo intrappolare in Essa. La coscienza si adagia nella ripetizione continua di vibrazioni eternamente consonanti e l’aspirazione innata in ogni essere umano verso il superamento dei limiti diventa desiderio di gioire delle facoltà già scoperte, tralasciando quelle infinite ancora celate.
Osservando la progressione degli armonici ascendenti notiamo che la triade perfetta DO-MI-SOL si ripresenta ancora, all’infinito. Infatti
8)DO”’ – 10)MI”’ – 12)SOL”’
e
16)DO”” – 20)MI”” – 24)SOL””
e così via. Vale a dire che ad ogni nuova ottava che si apre una triade maggiore perfetta si ripresenta, però inframmezzata da altre note non appartenenti a tale triade.
Se noi ascoltiamo cosa viene dopo il 6° armonico notiamo che, prima del ripresentarsi del DO all’8° armonico, siamo colpiti da
…7)SIb
Si tratta di una nota totalmente inattesa, perché al di fuori della “logica” che viene dall’abitudine. Cullati dalla carezzevole stabilità dei primi sei armonici il 7)SIb ci colpisce con forza, toccando in profondità piani amimici ancora inesplorati: instabilità, insicurezza, sgradevolezza, paura, ansia per il futuro e così via. Il 7)SIb ha una forte caratteristica destrutturante e spezza la nostra tendenza all’abitudine e alla ripetizione. Ci aspettavamo un altro DO e invece c’è il SIb. Cosa avverrà dopo? Perché non si può semplicemente avere una lunga serie di accordi perfetti? Cos’è questa strana sensazione? Paura? Non posso semplicemente saltarlo per tornare al mio gradevole accordo?
Credo che ognuno di noi conosca queste sensazioni. Ogni volta che qualcosa ci colpisce sgradevolmente tentiamo di evadere da tale stato interiore. E tale sensazione è acuita, per noi occidentali, dal fatto che 7)SIb non è esattamente la nota che si trova sul pianoforte, che segue il sistema temperato, ma sensibilmente più bassa.
Ma la scoperta che la contemplazione della serie armonica ci fa fare è questa: la dissonanza (perché tale noi lo sentiamo) non viene dall’esterno, da qualche altra serie (entità) nemica che interferisce, ma sgorga dallo stesso 1 che ha generato il nostro accordo perfetto maggiore. Tale constatazione è inconfutabile e definitiva.
Lo stesso moltiplicarsi regolare della frequenza iniziale che ha prodotto il DO, il MI e il SOL produce anche, al 7° multiplo, il SIb, e la cosa più significativa è che non solo il SIb è il 7° armonico, ma il suo intervallo col DO è una SETTIMA (minore), essendo il SI(b) la settima nota della scala. Abbiamo dunque il ripresentarsi per la prima volta del 7, e in doppia veste: come armonico e come intervallo.
La porta verso ottave inesplorate
Sarebbe troppo lungo elencare le innumerevoli conoscenze legate al 7 in tutte le tradizioni antiche. Dirò solo che, per esempio, il 7° colore dell’iride, violetto, è un misto di blu e di rosso, ma tale rosso non è quello visibile al 1° posto, bensì un rosso che irradia dall’alto, da una nuova ottava. Anche il 7° chakra, loto dai 1000 petali, si apre verso l’alto, verso nuove ottave ancora inesplorate. Chi ha studiato musica sa che la 7a è usata per passare a tonalità diverse da quelle a cui la 7a appartiene. Da tutto ciò risalta la potenzialità del 7 di passare ad un altro ordine, ad un altro piano.
Il 7)SIb è dissonanza per la nostra struttura abituata a facili consonanze, ma è porta necessaria verso piani diversi di coscienza. Ecco perché ogni volta che sul grande Monocordo dell’Evoluzione risuona una 7a i mondi si mettono a tremare di Gioia, perché una nuova possibilità evolutiva si apre, perché ciò che è vecchio uscirà dall’Evoluzione e perché ciò che attende la propria manifestazione avrà finalmente la sua possibilità di apparire.
Siamo in una “Grande Settima” in questi tempi, ma il 7° grado della scala spinge in modo irresistibile verso il nuovo DO che sta al di sopra. Nessuno può sentire una scala
DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI…
senza sentire un acuto senso di incompiutezza e di inevitabilità del DO successivo. Il 7° armonico e generato dall’1 e attratto in modo irresistibile dal successivo DO. Ciò che è Immanente nella Creazione spinge verso ciò che è Trascendente e i Due sono Uno.
Ecco perché di questi tempi una visione unitaria è precisamente ciò che dobbiamo riscoprire. La dissonanza è Divina quanto la consonanza ed entrambe creano la serie armonica che è il dispiegamento di tutte le potenzialità insite nell’1. Inoltre la dissonanza fine a se stessa non esiste. Essa ha senso solo basandosi sul fondamento dell’1 e sulla nuova Armonia ancora sconosciuta che vuole manifestarsi. Infatti, salendo, troviamo sempre nuove note della serie armonica, ma sempre DO-MI-SOL ritornano, sereni e luminosi, a ricordarci la Grande Armonia di cui tutto fa parte e che è presente anche nella più cupa dissonanza.
Offro questo scritto a tutti coloro che sentono l’urgenza dei tempi e la volontà di assecondare l’Evoluzione.
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Jennifer dice
Grazie per questo illuminante articolo, profondo, logico, mentorico, geometrico, archimedico, filosofico ed in definitiva spirituale. La musica non è che geometria di vibrazioni che compongono l’universo, noi compresi.
Grazie per questo regalo evolutivo, aiuta a sentire, prima ancora di capire, in che punto del percorso ci troviamo!
Superlativo!
Jennifer